Questo virus ha portato via una parte di una generazione piena di storia, memoria e tradizione, senza risparmiare i più giovani.

Ora, anche se in una dimensione difficile da comprendere e talvolta da sopportare, dobbiamo ripartire, ripensare un Paese con i suoi motori.

Questa pandemia ha toccato tantissime sfere della nostra vita e della nostra quotidianità.

Ci ha allontanati dai nostri affetti e dalle nostre certezze quotidiane. La salute pubblica è stata messa al primo posto, come bene comune.

Abbiamo scoperto che non esiste un “modello lombardo” della sanità, ma al contempo abbiamo scoperto un Paese ricco di competenze, di possibilità, di forza di innovazione e voglia di ripartire. L’economia è stata fortemente toccata e la ripresa sarà lunga e non indolore, si parla di una caduta drastica del PIL fino a un -13%, di una contrazione dei consumi delle famiglie fino al -6%, una limitazione negli investimenti per le imprese (- 10,6%) e insieme l’export per un calo del – 5,1%.

Questi numeri sono specchio di una profonda crisi che segna non solo le imprese e l’economia, bensì anche il lavoro, in tutte le sue forme. In questa fase si è tentato di rispondere alle esigenze di perdita di reddito delle famiglie, attraverso impegni di spesa a carattere assistenziale per chi per il periodo Covid ha visto una riduzione o addirittura una sospensione della propria attività di lavoro.

Non solo durante il lockdown, ma ancora in questa fase, abbiamo scoperto la possibilità di lavorare in modo diverso, e lungi da me chiamarlo smart working. Il lavoro da remoto (homeworking) ha disegnato una nuova organizzazione, insieme con modelli di lavoro diversi che necessitano di essere accompagnati, monitorarti e definiti per permettere un pieno sviluppo ed innovazione di queste modalità, nella loro forma essenziale.

Senza queste attenzioni è possibile che si creino e determinino nuove disuguaglianze; senza una ripartenza concreta delle scuole e dell’istruzione, finora poco presente nei decreti del governo, si potrebbero amplificare nuove povertà, culturali ed economiche, con una pesante ricaduta non solo sui bambini e sui ragazzi, ma anche nell’intera famiglia e nello specifico, un duro colpo per le donne.

Per Botticino condividiamo quanto dichiarato dal gruppo consigliare Scelgo Botticino il 19 maggio: “Proponiamo di affrontare in tempi rapidi i problemi irrisolti della sicurezza per la ripresa delle attività locali, oltre a quella dei singoli cittadini: ci riferiamo ai test di massa, test sierologici e tamponi ora possibili anche attraverso laboratori privati. Sarebbe opportuno che l’Amministrazione convocasse i medici di base locali, sentisse le strutture pubbliche i laboratori privati e, investisse qualche contributo ricevuto per garantire convenzioni che ne favoriscano a tutti l’accesso (importante ad es. la costituzione di tavoli di lavoro ad hoc).”

Gli impatti sull’economia e sul lavoro li vivremo anche a livello locale, soprattutto in quei settori in cui l’export è gran parte del business, come per esempio le cave. Questo comparto, già in sofferenza, rischierà di entrare in crisi ben prima delle previsioni. Bisogna muoversi e pensare a qualche soluzione, il bando a lotto unico e il consorzio potevano essere una risposta, ma la presente amministrazione ha preferito cambiare rotta.

Oltre a questo tema ce ne sono molti altri, tra cui il bilancio, votato di recente in consiglio comunale.

Noi abbiamo preso una posizione contraria perché riteniamo che sia uno strumento indispensabile per affrontare il domani di Botticino ed è necessario formularlo su previsioni post covid, perché la pandemia ha inciso pesantemente anche sulle casse del Comune – oltre che nella vita economica delle famiglie e delle imprese – e sarà grazie agli interventi del Governo che ricadono su Botticino (cifra stimata superiore a 1,2 milioni di euro ed altri si annunciano) che sarà possibile evitare squilibri e tagli.

Abbiamo mostrato più volte la nostra disponibilità e apertura alla collaborazione con l’amministrazione comunale.

Come segretaria sono disponibile a collaborare e condividere strade propositive e di ripartenza insieme con le altre forze politiche e a supporto della giunta e del consiglio.

Apriamo le nostre porte alle imprese a attività commerciali che abbiano piacere a confrontarsi e trovare vie per la ripartenza.

Siamo con le associazioni e con i cittadini che vogliano supportare il territorio e che viceversa si attendono qualcosa dalla loro amministrazione.

Luisa Mao Segretaria
Circolo PD Angelo Vassallo Botticino


Faccio i complimenti e i migliori auguri a Luisa Mao per l’impegno che si è presa per l’incarico di Segretaria del Circolo PD di Botticino. I Partiti sono organizzazioni previste dall’articolo 49 della Costituzione. Il PD ha un proprio Statuto appena aggiornato, ha un codice etico e regolamenti interni che funzionano dall’Europa a Botticino. I militanti agiscono volontariamente anche in assenza di elezioni. I ricambi generazionali sono necessari perché danno energia e possono avvalersi dell’esperienza maturata e fare tesoro di errori precedenti. Il PD botticinese è atteso per cosa saprà progettare per il futuro dei cittadini e del territorio. Due cose mi sembra potrebbero essere proposte subito, per contrastare la paura della pandemia e la povertà di minori servizi pubblici. La prima: sentiti i medici di base, fare i test Covid a carico del Comune (sierologici e tamponi) per gli oltre 2.000 addetti, dipendenti, autonomi e professionisti che operano sul nostro territorio; la seconda: costituzione di un consorzio sovracomunale per la commercializzazione nazionale ed estera del marmo. Lo si proponga ai consiglieri comunali di minoranza e di maggioranza, soldi ne stanno arrivando dal Governo e altri ne arriveranno dall’Europa: non perdiamoci in polemiche sterili.

Maurizio Taglietti
ex Segretario del Circolo PD Botticino
Presidente Commissione Provinciale di Garanzia PD

 

 

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